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Montebelluna - Sabato 14 giugno 2008 ore 19:00

Il ritorno del figlio (im)provvido…

Già da qualche tempo le mie radici montebellunesi si erano messe in agitazione alla vista della pubblicità di una gara in terra natia. La decisione è presto presa: mi ritrovo così iscritto, con altri due compagni di squadra, alla 4° edizione di una gara bella e ben organizzata. Da Giavera del Montello a Montebelluna, 16 km di percoso strettamente chiuso al traffico, snodantesi su asfalto ma circondato dal verde reso più lussureggiante dalle piogge di questo periodo.

 


Partenza alle 19, col fresco, se fosse estate… Base a Montebelluna, con navetta per la zona partenza. Lasciata l’auto, saliamo sul pullman che ci scodella agli impianti sportivi di Giavera. Veloce ritiro del pettorale e preparazione di rito per tutti con piacevole attesa sdraiati sul campo di calcio, mentre il sole si faceva vedere seppur con ritrosia… Io sono contentissimo di essere al via, un poco per via delle radici di cui sopra, e poi questa corsa veloce e mozzafiato segna il mio rientro alle gare, dopo una primavera tribolata e piena di delusioni causa bronchite trascinatasi fin troppo a lungo. Conosco a menadito il percorso perché è stato luogo di tante passeggiate nei miei anni adolescenziali. Il suono dell’acqua che scorre nel canale lungo il percorso (el branteon del bos-ch) mi riporta indietro di quarant’anni. Il passaggio al 14° km, attorno a Villa Pisani a Biadene, ha su di me l’effetto di un flash-back: per un attimo mi rivedo fanciulletto particolarmente mingherlino fra tanti, percorrere quei porticati, quelle stanze non troppo austere anche se cariche di tempo e di storia dei patrizi locali. Anni belli, devo dire. Anni formativi e carichi dell’entusiasmo dell’età. Più avanti ecco la discesa della ‘Boccacavalla’ tante volte percorsa in bici per andare e tornare da scuola. Un tuffo nel passato e nei ricordi insomma. Come potevo non esserci? Torniamo alla gara. Partenza preceduta da una piccola sfilata di giovani in costume tradizionale senegalese e bulgaro con tanto di italianissima banda. Dopo lo sparo si parte a rotta di collo. Siamo in circa 500 chippati TDS, più 200 non competitivi. Davanti c’è Bruna Genovese che insieme a Salvatore Bettiol ha organizzato la manifestazione. La rossa trevigiana è nel pieno della preparazione per la maratona olimpica, perciò vola come il vento. Io vado a tutta, incurante dei richiami del saggio compagno Stefano. E’ tale l’entusiasmo per il rientro alle gare, per di più a due passi dal campanile di casa che non mi amministro affatto, tiro i km sperando in chissà che cosa. Il percorso scorre magnifico e verdissimo tra vigneti e terreni coltivati, ai piedi del Montello lungo la strada pedemontana (el stradon del bos-ch). Ad ogni casa isolata, ad ogni crocicchio, un capannello di persone incita e saluta i podisti. Ma, inesorabile, al km 8, la corsa mi presenta il conto: il mio attuale stato di forma richiede un calo di ritmo. Le gambe dolorano ben più del preventivato. La fiala di fruttosio che trangugio dovrebbe piuttosto contenere acqua di Lourdes per farmi proseguire col ritmo sin qui tenuto. Inesorabile mi raggiunge e mi sorpassa il saggio Stefano. Lo tengo a 20 metri per un paio di km, poi lo vedo allontanarsi ed impreco contro la mia improvvida condotta di gara degna di un principiante! Proseguo con fatica mentre il mondo dei podisti mi sorpassa… Per fortuna, dopo pochi minuti, ‘l’acqua di Lourdes’ fa il suo dovere e aumentano ritmo di corsa e morale. Siamo ormai al 14° e, in vista di Villa Pisani, riprendo vigore rimangiando parte di coloro che mi avevano sorpassato. Alla discesa di Boccacavalla, km 15, le gambe ritrovano l’antico smalto. Così ingaggio un simpatico duello con un podista dalla canotta tipo high visibility. Ci talloniamo fino ai 400 mt dal traguardo, dove mi tolgo la soddisfazione (magra) di mettermelo alle spalle. Taglio la linea di arrivo con un ritmo da centometrista. Dove ho trovato le forze? Chiudo con un tempo onorevolissimo per la mia età, contento di aver partecipato ad una bella, bella gara ben organizzata anche nel dopo corsa all’interno del bel Parco Manin, con un discreto pacco gara più che buono per la quota di iscrizione. Unico neo la assenza delle docce, seppur promesse… Ma non faceva caldo nè freddo e ci siamo arrangiati con i rubinetti volanti, ragazze comprese. Un percorso del genere meriterebbe una mezzamaratona. Ne potrebbe uscire una gara splendida. Chissà che Bruna e Salvatore non ci pensino.

Buone corse a tutti!

Alessandro Grando - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.