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Conosco a menadito le strade dove si corre la maratonina del Tamburino Sardo... ho più di un motivo per correre oggi la mia prima gara con il pettorale. 

A Villafranca sono confinato per lavoro e nelle calde giornate di sole mi capita di passare la pausa pranzo sulla collinetta del Tamburino. Amo guardare la pianura sconfinata e, appena volgo lo sguardo verso nord, le mie amate montagne. Ogni volta riconosco per prima la cima del Corno d'Aquilio. La immagino come me, un po' solitaria, qualche volta silenziosa ed introversa, forse per necessità più che per scelta.

 

Insomma ho più di un motivo per correre oggi la mia prima gara con il pettorale. 21 km e un solo obiettivo: magari per una manciata di secondi, ma arrivare in meno di due ore.

Tutte le domeniche corro sulle strade delle non competitive ma l'ansia che mi ha sorpreso stamattina non l'avevo mai provata. Sono come un ragazzino al primo giorno di scuola ed il destino, che qualche volta non improvvisa, mi ha dipinto sul pettorale la tabellina del tre: 3-6-9.

Stefano e Vinicio hanno nelle gambe tempi ben diversi dai miei, ma decidono di immolare la propria prestazione al valore dell'amicizia e staranno con me fino all'arrivo. Vabbè.....Stefano non lo mollo perché deve ancora ritornarmi i venti euro dell'iscrizione che gli ho anticipato.

Partiamo regolari e i primi 10 km sono dedicati al cazzeggio, stimolati dalla presenza nel nostro gruppetto occasionale di due agguerrite runners che prima si fanno superare, poi ci sorpassano e così via fino all'attacco della salita del Tamburino Sardo. Siamo al dodicesimo km e molte energie le abbiamo inesorabilmente perse. Saliamo senza apparenti variazioni di ritmo, faccio finta di niente ma con la coda dell'occhio mi accorgo che la bionda e la bruna faticano a mantenere il nostro passo.

La gara è gara ed in discesa pigio il piede sull'acceleratore. Al diciottesimo km si accende la spia della riserva. Il cronometro è spietato e mi avvisa che non ho tempo per rifiatare, pena lo sforamento del muro delle due ore.

Stringo i denti fino all'arrivo, sprint finale e tempo ufficiale di 1h59'05", in 442.ma posizione. Attendo l'arrivo della bionda e della bruna, non ho fiato per pronunciare un discorso articolato e mi limito a complimentarmi stringendole le mani.

Come i corridori veri consegno il chip, ritiro il ricco pacco gara e mi trascino verso la macchina.

Sto pensando al mio letto.......sto arrivando!

Sergio Garagna

foto di Antonio Rossi - podisti.org