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Nell'Antica Grecia gli atleti utilizzavano pozioni a base di frutta   fermentata ad elevata gradazione alcolica, decotti di segale contaminata dalla Claviceps Purpurea (bevanda dall'effetto allucinogeno per la presenza di specifici alcaloidi) o decotti contenenti una sostanza  simile all'ambrosia; quest'ultima assunta per aumentare l'aggressività e la prestazione sportiva. Pur tuttavia, se un atleta deteneva semi di sesamo, ritenuti "dopanti",  rischiava l'esclusione dai giochi o, in alcune Nazioni, anche la vita...

Doping: proviene dal fiammingo "doop" che significa mistura, miscela, poltiglia. Con la parola, "dope", s'identificava un liquore stimolante somministrato durante le cerimonie religiose, nelle danze e nei riti primordiali. Il termine Doping si diffuse agli inizi del 1900 nei cinodromi e negli  ippodromi per indicare la stimolazione illecita degli animali.

E' doping …" utilizzo di qualsiasi intervento esogeno (farmacologico, endocrinologico, ematologico, ecc..) o manipolazione clinica, in assenza di precise indicazioni terapeutiche, finalizzato al miglioramento artificiale delle prestazioni sportive, al di fuori degli adattamenti indotti dall'allenamento ".

Legge n. 376 14 Dicembre 2000 "Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il Doping" ha permesso di individuare, come destinatari delle norme sanzionatorie, tutti coloro i quali sono dediti a qualsiasi attività sportiva, in qualunque modo, tempo o condizione esercitata. La nuova legge italiana recepisce le disposizioni contenute nella Convenzione di Strasburgo sul Doping del 16 novembre 1989, ratificata ai sensi della legge 29 novembre 1995, n. 522.

Secondo il C. I. O. …

Sono proibite le seguenti classi di sostanze: agenti anabolici, diuretici, narcotici, ormoni peptidici, glicoproteici e analoghi, stimolanti il S.N.C.
Sono proibite le seguenti procedure illecite:  Emodoping; manipolazione farmacologica, chimica e fisica.
Sono soggette ad alcune restrizioni le seguenti classi di sostanze: alcool; anestetici locali; beta bloccanti; corticosteroidi; marijuana


Accertamento del Doping:

DECESSI NELLO SPORT AGONISTICO (1886-A. Linton-Trimetil)
DECESSI NELLO SPORT NON AGONISTICO (Body builders - Steroidi anabolizzanti)

 

Rischi: (età del consumatore e sostanze utilizzate);

Lesività talvolta letale, come documentato ad esempio dalla crescita medico-legale, riferita ai soli steroidi anabolizzanti. Danni a carico del sistema nervoso centrale e periferico, del sistema immunitario,  cardiovascolare, muscolo-scheletrico, neuroendocrino e metabolico. Essi si manifestano attraverso l'insorgenza di svariate patologie, comprese quelle inerenti le alterazioni comportamentali, tanto da produrre danni permanenti alla salute  intesa nella sua più vasta accezione personalistica.

La gestione della salute degli atleti, nonché la prevenzione, il controllo e l'educazione sanitaria in tema di Doping, coinvolgono, in diversi contesti, una pluralità di profili medico-professionali quali: medici dello sport, medici di base, pediatri di libera scelta, internisti di varie specialità, ortopedici, laboratoristi, tossicologi clinici e forensi, medici legali, nonché tutte quelle figure coinvolte, direttamente ed indirettamente, nella gestione delle competizioni sportive, agonistiche e non.

Nello sport di vertice prevale una medicalizzazione eccessiva ed impropria, che coinvolge  i medici delle società sportive in una gestione avente come unico obiettivo il conseguimento del risultato agonistico. In tal caso il medico può favorire la somministrazione di sostanze proibite o preparati farmacologici "off-label", trascurando le possibili ripercussioni negative  sulla salute dell'atleta, ed omettendo eventuali patologie di base potenzialmente controindicanti e alternativamente suscettibili di idonee terapie o appropriate misure di prevenzione. 

Nell'auspicio di poter assistere, in un prossimo futuro, alla realizzazione e diffusione  di iniziative integrate di prevenzione, educazione, formazione, controllo e repressione del fenomeno, la gestione del problema resta conferita in primo luogo ai medici attivi sul territorio, le strutture di Medicina dello Sport presso le ASL, ai medici di base, i pediatri, non meno che ai medici delle Federazioni e delle Società sportive.

 

Dott. Johnny Padulo


 

 

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