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Magnificat anima mea Reggi Aemiliae Maratonam … 

Potrebbe essere il record mondiale di strafalcioni in latino maccheronico collezionati in una sola riga. Ai molti Podnettari, insegnanti della lingua dei Cesari, la … facile sentenza. Stavolta ho scomodato i miei lontani e, temo, non lucidissimi ricordi di Liceo, per condensare "paucis verbis" le belle sensazioni del prima durante e dopo gara.

Buona, mi pare, la scelta di ricentralizzare la Maratona, coinvolgendo maggiormente i Reggiani e mostrando le bellezze della città ai podisti.Qualche problemino per i parcheggi, risolti dalla usuale solerzia e cortesia dei volontari. Inarrivabili, fantastici! Tutto sommato buoni i servizi collocati nel palazzetto, nonostante l'esiguità delle entrate/uscite e dei passaggi interni. Bella l'expo, celeri le consegne dei pacchi gara e delle accettabili magliette.

All'interno del palazzetto c'era anche lo stand del mitico "challenge ". Non essendomi iscritto per tempo, tento di impietosire l'imparziale Stefano Morselli: non funziona, giustamente! Questa gara è ormai frequentata in gran parte da "aficionados", per cui gli scambi di saluti e baci tra vecchi amici e amiche in zona spogliatoi, letteralmente si sprecano. Intravedo Antonio Margiotta che non conosco di persona ma che leggo spesso. Saluto molti amici e amiche delle tante Società veronesi.

Vedo il gruppone del Valdalpone con la centista Sara Valdo, oggi in volantinaggio per la prossima Montefortiana e pronta a tifare per la fortissima Chiara Pacchiega autrice di una grande prova accompagnata dal mio collega di società Claudio Filippozzi (A.S.D. Mondadori).

I numeri totali di questa maratona crescono di anno in anno, segno che radio scarpa trasmette messaggi altamente positivi e meglio non potrebbe funzionare. Meteo brutalmente umido con respirazione difficile.L'allegra brigata muove in orario. Collezione di curve nei primi km cittadini, senza però particolari problemi. Tra i lastroni delle vie altrimenti dedicate allo struscio, mi aggancia il buon Franco Zanini e mi recita una dolorosa litania di acciacchi. Comprendo che oggi per lui non ce n'è. Ciao Franco, io vado. Lasciato il centro ci dirigiamo in campagna, verso Montecavolo. Complice l'umidità da tagliare a fette,il gruppone è insolitamente silenzioso anche nei primi km. La mia più grande preoccupazione è mantenere il passo che mi sono prefissato, per non scoppiare più avanti. Controllo ossessivamente il Garmin.

Il disastro di Venezia brucia ancora e il sacrificio per prolungare gli allenamenti non è stato cosa da poco. Non può succedere di nuovo! Ogni tanto aggancio qualcuno, pronto a staccarmi non appena la variazione di passo diventa sensibile. La strada scorre e le gambe tengono. Faccio diligentemente tutti i ristori, a costo di perdere secondi su secondi. Dopo il 30° è tutto un susseguirsi di podisti a bordo strada che si massaggiano, si stirano, o semplicemente gemono per i crampi.

Tutti maschi, vedo, è un caso? Forse la temperatura bassa non ha favorito il senso di sete e più di qualcuno non si è premurato di reintegrare coi i liquidi anche i necessari sali minerali… E magari le donne sono più sagge… Non ho compagno fisso e per le mie abitudini è un handicap che pesa. Per 5 -6 km faccio coppia con un parmense che mi pare essere regolare. Ad un suo allungo non rispondo e lo vedo sfilare via lentamente. La dura legge del 40° km me lo ripresenterà agli occhi, impotente verso il mio invito a seguirmi. Immagino cosa stia pensando e non dico niente. Me ne vado e basta.

Ho appena superato una crisi lunga 4 km e adesso voglio mietere tutto il grano che posso. Proprio il cartello dei 40 mi restituisce un po' di birra e mi fa dimenticare il nervo sciatico che mi sta facendo a fette la coscia destra… Ai 42 ritrovo la mia solita pazzia e brucio i 195 mt a chiodo, regolando parecchi podisti e tagliando il traguardo a mani alzate!

E' fatta, cavolo! È fatta, con un real time di 3.37.38. Tempo ufficiale 1 min in più. Venezia e vendicata, sono stanco ma felicissimo. Mi avvolgo nel provvidenziale (e pure bello) asciugamano, raggiungo il ristoro e inizio le operazioni di reidratazione che si concluderanno solo al self service , pranzando in allegria con i miei compagni di viaggio Stella e Gianni e con tanti altri ciarlieri (ora sì) atleti di ogni dove della penisola.

Ancora una volta la Maratonadireggio ha stregato tutti gli attori in scena: dagli atleti agli assistenti e volontari, dagli spettatori (non molti) ai famigliari, credo che ciascuno abbia goduto di una gara bella, ben gestita, piena di persone appassionate. Questo forse fa la differenza e noi atleti amatori ormai lo sappiamo bene. Spiacevole novità di quest'anno, l'indecente strombazzamento condito da qualche …intemperanza verbale, degli automobilisti fermi lungo la circonvallazione negli ultimissimi km del percorso. Tutti a motore acceso e a bocca schiumante.

Ormai il virus "angry driver" (= automobilista incazzato ed intollerante) non risparmia nemmeno la solitamente civilissima Reggio. E non c'è vaccino, temo… Alle prossime, amici! Buone corse a tutti.

 

Alessandro Grando