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Max Corso

Avrei tanto voluto scrivere un pezzo sul 2009, una specie di riassunto di quanto di bello e di meno bello la stagione trascorsa ci ha regalato. Avrei voluto scrivere di come regolamenti pessimi hanno rovinato la godibilità del nostro amato sport e di come regolamenti ancora peggiori rovineranno il 2010 delle nostre corse. Avrei voluto essere attento osservatore e introdurre piccoli spunti autobiografici per chiudere un anno e cominciarne un altro....

Ma è il 12 gennaio, e come ogni 12 del mese mi resta un solo pensiero in testa... Un altro mese senza Max. Il mio 2009 atletico alla fine è stato questo: Massimiliano Corso non c'è più. Era un amico, un signor atleta, un ragazzo colto, un personaggio che faceva bene al nostro ambiente con le sue lealtà e incorruttibilità.

Era il 12 luglio. Sono passati sei mesi. Da “grande”, quando racconterò ai miei figli del mio 2009 atletico, non ricorderò di aver corso la maratona di Berlino; non accennerò all'avventura di correre a New York; non vorrò ricordare nessuna delle piccole vittorie...

Ricorderò che un giorno Max se n'è andato e che da allora qualcosa è cambiato, nel modo di interpretare la corsa, nel modo di affrontare le sventure di ogni giorno.

Sono un po' più fragile di allora, ho meno illusioni sulla vita, forse cedo centimetri alla tentazione del fatalismo. Ma  mi si sono impressi nella mente più che mai i valori in cui credo e per cui voglio lottare. Senza compromessi con la coscienza, proprio come faceva Max.

Sapete una cosa? Ho passato ore sulle gambe in solitaria preparando la maratona, ma non mi sono mai sentito solo. Max era lì con me: un pensiero che mi teneva compagnia, uno sprone a stringere i denti, una vocina che mi diceva che quel lungo in altura bisognava portarlo a casa, non un metro meno di quanto programmato...

Ora come allora mi manca, e mi fa rabbia sapere che ora sono un suo compagno di squadra e lui non c'è.

Quando si scioglierà la neve tornerò a Fonzaso a trovarti. Ciao Grande!