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L'atleta keniano vince la maratona stabilendo anche il nuovo record olimpico. Stefano Baldini, non in perfetta forma fisica, disputa una discreta ma a fine gara annuncia il ritiro dall'attività agonistica.

Una gara straordinaria per i primi che a dispetto del caldo e del clima hanno coperto la distanza classica dei 42,195 km con tempi eccezionali, non lontani dal primato mondiale di 2h04:26 di Gebrselassie. Una maratona che premia il talento del kenyano Samuel Wanjiru, primatista mondiale di mezza maratona che dopo il secondo posto di Londra si dimostra il grande nome della specialità, un oro che premia un campione vero.

PECHINO, 24 agosto 2008 - Stefano Baldini passa il testimone e per la prima volta a vincere una maratona olimpica è un keniano. Si tratta del giovanissimo Samuel Wanjiru che riesce in quello che veri fenomeni e dominatori della distanza, come sono da anni i keniani, non erano mai riusciti a fare prima. Uno dei più giovani vincitori della maratona olimpica, Samuel Wanjiru ha dominato dall’inizio alla fine dettanto sempre i ritmi. “Ho dovuto tirare io fin dalle prime battute – dice Wanjiru – per cercare di affaticare gli avversari ma anche perché, al caldo, andare lento mi affatica di più. Comunque penso di essere riuscito nell’intento ed ora sono felicissimo”.

RITMO INDIAVOLATO - Samuel ha infatti corso su ritmi che in qualsiasi maratona autunnale gli avrebbe permesso di avvicinare, se non battere, il record del mondo. Ha infatti chiuso in 2h06’32”, nuovo record olimpico, che con le condizioni climatiche di Pechino (soprattutto il caldo anche se non asfissiante), è risultato straordinario. Un ritmo che ha sfiancato tutti, compreso il favorito della vigilia e suo connazionale Martin Lel che, del gruppo di testa, è stato tra i primi a crollare. Sotto il ritmo infernale dettato da Wanjiru, sono poi crollati tutti, come aveva previsto. E negli ultimi chilometri è riuscito a sfinire anche l’avversario che lo aveva marcato più stretto, il marocchino Gharib, finito secondo in 2h07’16”. Più distante il terzo, l’etiope Kebede che in volata ha superato il connazionale Merga. Per lui il tempo di 2h10’00”. Primo degli europei lo svizzero Rothlin, sesto in 2h10’35 e, secondo europeo Stefano Baldini, dodicesimo in 2h13’25”.

BALDINI - Una prestazione dignitosa quella di Baldini con il solo rammarico, per lui, di aver corso la sua ultima maratona e di non aver potuto difendere il titolo come si deve: “Peccato per gli intoppi di questi mesi. Prima ad aprile e poi di qualche giorno fa. Senza quelli le mie condizioni fisiche mi avrebbero permesso un risultato migliore. Non credo per il podio perché sono andati davvero troppo forte, ma almeno di stare nei primi 8. Mi dispiace proprio perché questa è la mia ultima uscita della carriera in maratona”. Ma non si tratta di un abbandono dell’attività agonistica, per lui ancora corse su strada per tutto il prossimo anno: “Mi diverto ancora troppo e correre anche ogni settimana è una cosa che in questi anni di maratone mi è mancato. Adesso vorrei riprendere quei ritmi. Ma che io debba chiudere con la gara più lunga lo dimostra anche questa maratona. Mi ero preparato alla grande ma appena ho dovuto mettere quel qualcosa in più che serve per correre una maratona ad alto livello ecco che sono arrivati i problemi. Si vede che il fisico ha raggiunto il suo limite”. Sulla prova odierna Baldini, però, ha una sensazione mista: “Gli africani hanno una marcia in più, senza dubbio e sorprende vederli andare così forte anche in un Olimpiade. Io sono rimasto sui miei ritmi ed ho fatto bene. Però ho avuto delle difficoltà fin dai primi chilometri quando ho deciso di andar piano. Poi ci sono il cuore e l’orgoglio che ti spingono ad andare avanti. E quindi sono arrivato in fondo ma non sapevo neanche in che posizione. Ma il fatto bello è che comunque continuo a divertirmi e, nel finale, ho fatto la gara contro il giapponese (Ogata) ed il russo (Andreev) come se ci stessimo giocando le medaglie”.

GLI ALTRI ITALIANI - Buona la prova anche degli altri due azzurri con Pertile arrivato 15esimo (2:13’39”) e terzo tra gli europei e Andriani 23esimo in 2:16’10”, entrambi al massimo delle loro capacità.

fonte: Gazzetta.it - Fidal.it