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Dedico questo racconto agli organizzatori della manifestazione ma in particolare a mio papà perchè, grazie alle bellissime esperienze che mi ha fatto vivere in questi luoghi, ho arricchito il mio presente di favolosi ricordi, che un domani saranno tesoro prezioso anche per miei adorati figli.

Questa mattina insieme a Michele mio carissimo amico ex compagno di classe e di allenamento abbiamo partecipato alla 18° sgambada sul percorso di 15 Km organizzata dal G.P. Avis di Rivoli Veronese. E' doveroso per me scrivere questo racconto, a Rivoli ho trascorso parte della mia gioventù e ritornarci riaffiorano sempre i bei ricordi di bambino quando insieme al "mio papà" andavamo in escursione nei boschi per la raccolta di funghi di stagione, asparagi selvatici e...

a caccia.

Il territorio: anfiteatro morenico

La costituzione geologica del territorio di Rivoli è dovuta alla piega coricata del M. Baldo e alla successiva glaciazione "Rissiana" nella quale il ghiacciaio Atesino, superato l'ostacolo naturale di Mori, invase l'attuale Valdadige modellandola.
Durante le recenti glaciazioni quaternarie, l'ultimo lembo del ghiacciaio Atesino stretto tra le pareti della valle, nel suo lento ma inesorabile avanzare, cozzò contro il Monte Castello prima e, poi, contro la Chiusa e Monte Pipalo che ne ostacolarono e deviarono il corso consentendo così la formazione di quello stupendo gioiello naturale che è l'anfiteatro morenico di Rivoli.


La manifestazione

Conosco a menadito le colline di Rivoli e tutti i sentieri che congiungono le tipiche località conosciute in paese. Ne cito alcune per il gusto di assaporarne il ricordo: la molonara, al battel, sotto forte, en la moia, al ponte de legno, a la galeria, la val de la Nena, la val fonda, alla polveriera, en la busa, en le cave, al cantier, su alla croce, al casoto, montalto….la piramide.

I percorsi della sgambada (5, 10, 15 Km) toccano parte di questi suggestivi luoghi caratterizzando la manifestazione come tra le più belle marce dell'anno.
Insieme alla classica sgambada, marcia, passeggiata, definitela come meglio credete oggi è stato abbinato al circuito lungo (15 Km) il 4° appuntamento cronoTRAIL (leggete articolo di Simone). Purtroppo io non vi ho preso parte, sono partito una mezzoretta prima della partenza per problemi di tempo che mi obbligavano ad un rientro programmato a casa. Mi riprometto di esserci al prossimo appuntamento di Sant'Ambrogio del 31 Maggio (promessa a Martoc!).


La corsa

Acceso il Garmin e clic sullo start alle 7.50 io e Michele imbocchiamo la partenza in direzione "forte austriaco" con decisione di tenere un'andatura tranquilla consapevoli della difficoltà del percorso. Infatti già dopo un chilometro la pendenza risulta subito importante (30-40%), il percorso con alcuni tornanti ci porta all'interno del cortile del forte austriaco dove ammiriamo gli esposti cimeli di guerra. Prendiamo fiato in uscita dalla struttura, proseguiamo per circa 3,5 Km in discesa direzione "battel" entriamo nei primi boschetti ai piedi del forte costeggiando poi l'adige per arrivare al primo ristoro (4,5 Km) presso l'ultimo numero civico di paese, la casa di mio cugino Orfeo. Ci beviamo di fretta un te, salutiamo amici e parenti e proseguiamo sulla stradina bianca che ci porta al "ponte de legno" nei pressi della località "la moia" e imbocchiamo un sentiero immerso nel bosco che costantemente in salita ci condurrà fino su a "montalto".
E' in questo tratto di percorso che ritornano i ricordi, per quasi tutto il tragitto mi dimentico della corsa e ritorno bambino.

 

Piccola parentesi… i ricordi

fiume adige a rivoli veronese
Ricordo quando andavo a funghi, e mi infilavo nei cespugli di spine a cercarli dove altri non osavano neppure provare, o quando mi si gonfiavano mani e gambe raccogliendo asparagi selvatici protetti dalle piantine ormai cresciute di pungi topo. La mia era una sfida personale, emozionante, mi gratificava riuscire a trovare sempre qualcosa e ritornare a casa di corsa per dire sorridente: "guarda papà…". Con il passare degli anni alle passioni citate si aggiunse quella ereditata da mio padre, la caccia, già a diciotto anni ero cacciatore membro della comunità montana e riserva di Rivoli v.se e ben presto imparai ogni percorso, ogni sentiero del territorio di Rivoli. Per anni feci tesoro di bellissimi ricordi di avventure di caccia di escursioni in qualsiasi condizione di tempo, imparai a conoscere la natura.

Ritorno alla realtà
Quasi a "montalto" precisamente al 5,5 Km scorgo "la croce". Tempo fa qualcuno affascinato da quel posto mozzafiato dove da sopra un dirupo si ammira la val d'adige e la chiusa di Ceraino sotto a strapiombo, decise di porvi una croce in legno a immortalare quel posto così carismatico di pace e tranquillità. Andarci significa entrare in un'altra dimensione dove il silenzio cancella tutti i rumori artificiali lasciando largo spazio al crepitio delle foglie cullate dal vento della valle. Lasciandoci alla nostra destra la croce il percorso prosegue all'interno della boscaglia, luogo privilegiato per selvaggina migratoria ma soprattutto di culto per il cacciatore alla ricerca della preda più ambita: la beccaccia. In questi luoghi cacciando io e mio padre ci siamo proprio divertiti. Lui in paese è soprannominato "il beccacciaio" perché a differenza degli altri soci della riserva a partire dal mese di ottobre (inizio periodo di passaggio migratorio della beccaccia) si dedica esclusivamente alla caccia di questo volatile.

 

Finalmente siamo a "montalto", Michele un po' affaticato mi affianca chiedendomi se si sarebbero presentate altre salite ma lo tranquillizzo perché da li in avanti fino a Gaium la strada è tutta in discesa. Arriviamo al bivio gara dove si presenta la scelta del percorso da 10 o 15 Km, naturalmente optiamo per il più lungo e scendiamo per lo sterrato che costeggia "il casoto", il percorso è molto bello, immerso nella fitta vegetazione ma dissestato e Michele decide di rallentare il ritmo per non rischiare un infortunio.

 

Ecco Gaium, siamo all'8° Km, costeggiamo il fiume adige e arriviamo al ristoro dove approfittiamo per dissetarci un po'. Parliamo con alcuni del servizio corsa del tempo ma soprattutto del percorso difficile. Uno di loro sorridendo dice:"Tranquilli mancano solo 5 Km e la prossima è l'ultima salita".

 

Riprendiamo la corsa …in salita…. E che salita! Nuovamente fino su a "montalto", solo dopo 1,5 Km il terreno si fa piano, prendiamo fiato… Costeggiamo le piantagioni di vigneti , al 16° Km incontriamo il flusso di podisti proveniente dal circuito dei 10 km e con un gruppetto molto affiatato arriviamo ad un altro "bivio corsa" in prossimità "le vale". Per il percorso da 15 Km non era ancora finita! Prosseguiamo per uno stretto sentiero battuto con pendenza del 45% che ci conduce sulla collina più alta di "montalto" dove domina possente e incontrastata "la piramide". Bellissimo! Questo è il punto più bello del percorso. Si arriva stremati in "vetta" per poi rotolare giù per la collina con il vento della valle in poppa come fossimo dei provetti piloti di deltaplano. Frena urla Michele, frena!…. Mi ero lasciato andare, troppo bella la sensazione di "volare".

 

Inizia a piovere ma per fortuna imbocchiamo un sentiero completamente coperto dalla folta vegetazione quasi ad indicare l'ingresso di un tunnel segreto, misterioso, un "gateway" per raggiungere chissa quale altro posto magico! Sono felice, contento di essere li. Mi giro e sorrido a Michele che contraccambia con un cenno, tagliamo in diagonale una valletta "la val de la Nena" piombando in fretta e furia sulla strada che dal paese porta "al cantier". Sono gli ultimi chilometri, pian piano tutto ritorna normale, da sentiero a strada, da alberi a case…. Arrivo!

 

Mi volto, ansimante con un sorriso abbraccio Michele, anche lui è contento. Ci guardiamo intorno e notiamo che tutti condividono i nostri pensieri, tutti a dire "è stato bello… bellissimo!"

Dedico questo racconto agli organizzatori della manifestazione che hanno saputo gestire nel miglior dei modi i servizi di sorveglianza e ristoro.
Una dedica particolare va a mio papà perchè, grazie alle bellissime esperienze che mi ha fatto vivere in questi luoghi, ho arricchito il mio presente di favolosi ricordi, che un domani saranno tesoro prezioso anche per miei adorati figli.

 

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