Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Il marciatore triestino Diego Cafagna è in Messico per difendere la Coppa del Mondo di marcia vinta due anni fa, in Russia, dalla squadra italiana.

cafagna

Fanno parte della spedizione azzurra anche il campione olimpico Alex Schwazer, suo compagno di squadra nel gruppo sportivo dei Carabinieri e tra i maggiori favoriti per la vittoria, insieme a Marco De Luca ed ai giovaniAndrea Adragna e Federico Tontodonati. Questa la formazione che si presenterà sabato, a Chihuahua, alla partenza della gara di 50 km con il titolo di campione in carica, impegnando le sue energie per non lasciare ad altri il prestigioso trofeo iridato.

Una medaglia d’oro però è assicurata fin d’ora e sarà consegnata proprio oggi agli atleti della squadra azzurra: si tratta della medaglia della vittoria della scorsa edizione, a Cheboksary, che all’epoca fu assegnata alla squadra russa, padrona di casa, verdetto che fu però successivamente ribaltato dai controlli antidoping con la squalifica di alcuni marciatori russi tra i quali Vladimir Kanaykin che si era classificato al secondo posto, davanti a Schwazer.

 

Doveroso quindi il cambio di medaglie per gli Azzurri per passare al metallo più nobile, operazione che in effetti non si era ancora svolta pur se il titolo è stato loro riconosciuto ufficialmente da oltre un anno. Si coglie dunque l’occasione delle cerimonie ufficiali di apertura per celebrare con i dovuti fasti l’assegnazione dei meritati riconoscimenti, andando a girare definitivamente una pagina che alla marcia russa evoca ricordi amari, che poco hanno a vedere con il vero sport.

Sarà forse per questo che la nazionale russa quest’anno preferisce concentrare la sua attenzione agli imminenti Campionati Europei di Barcellona, presentando in Messico una formazione che sarà orfana dei suoi atleti di punta al maschile e femminile: mancheranno infattiValery Borchin, Olga Kaniskina e Sergey Kirdyapkin, vincitori dei titoli mondiali l’anno scorso a Berlino.
Fermo restando che i marciatori russi rimangono tra gli avversari più temibili, ad insidiare ora la vittoria italiana sembrano essere soprattutto i marciatori australiani capitanati da Jared Tallent, atleta che a Pechino riuscì a piazzarsi alle spalle di Schwazer.

Tuttavia l’avversario più temuto da tutti sembra essere il caldo torrido per il quale proprio nel fine settimana è annunciata una punta con temperature a sfiorare i 38 gradi, la qual cosa unita ai quasi 1500 metri di quota e ad un percorso di gara interamente soleggiato va a formare un quadro poco favorevole per i marciatori: “bisognerà tenere in considerazione tutti questi fattori – racconta il coach della nazionale Vittorio Visini - e cercare di non eccedere nei ritmi di gara. Si rischia di non arrivare al traguardo”.

Non si tratta comunque di una sorpresa per gli Azzurri che si sono preparati a lungo proprio in quest’ottica, a partire dal mese di ritiro invernale in altura a Tenerife, a 2200 metri di quota, ed alla più recente acclimatazione negli Stati Uniti ad Albuquerque, nel New Mexico, e successivamente in Messico.

Nella 20 km saranno in gara il campione olimpico di Atene Ivano Brugnetti insieme aFortunato D’Onofrio, Matteo Giupponi, Jean Jacques Nikouloukidi e Daniele Paris. Non viene schierata la squadra senior femminile non potendo partecipare proprio l’atleta più accreditata, Elisa Rigaudo, in procinto di diventare mamma. L’attenzione si sposta quindi alla squadra juniores che schiera la promettente pugliese Antonella Palmisano, seconda lo scorso anno ai Campionati Europei under 20.