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Eh già, ritorno al futuro… Dopo una forzata astinenza di 17 mesi, sono tornato a correre la distanza che amo di più.

alessandro grando

Dopo Reggio 2008,avevo già pronta la Trevisomarathon del 2009 ma motivi piuttosto seri mi hanno costretto a rinunciarvi. Anche la sciatica ci si è messa di mezzo, e così solo a Sommacampagna 2010 sono davvero tornato al futuro, per correre ancora una 42 km sperando che sia la prima di una seconda infinita serie! In zona partenza tutto perfetto come  solitamente gli amici dell’Agriform sanno fare. Il clima è allegro e amicale, da vera festa del podismo.

Saluto tanti, tantissimi amici e amiche assieme ai quali tante volte ho  “pedalato” qua e la per l’Italia.  Rapido ritiro del pettorale per me e per l’amico e maestro di corse Renato, col quale dovrei affrontare la gara in scioltezza, dato che nemmeno lui ha troppe pretese (vedremo poi se sarà vero…) Il meteo è clemente: non c’è il sole, non piove non fa caldo, non fa freddo. In zona partenza l’umidità è però piuttosto alta con leggero senso di afa. Sarà così fino all’abitato di Custoza, poi una leggera brezza renderà l’aria più respirabile. Andiamo di conserva, Renato ed io, scambiando battute con i podisti che via via affianchiamo. A Valeggio sul Mincio, ho già perso il contatto col mio maestro, causa pipì-stop. Lo vedo non distante ma non posso permettermi di forzare il ritmo: devo arrivare al traguardo e, chilometri e salite sono ancora tanti! Dopo il Borghetto, altro stop (se scappa, bisogna farla) e così lo perdo definitivamente. Mi aggancio ad un podista mirandolese. Chiacchierando arriviamo fino alla fine della ciclabile, poi ci stacchiamo. Ci ritroveremo al 34° ma lui ne avrà di più e mi precederà al traguardo.

Procedo guardingo anche se non troppo lento. Mi ascolto e cerco rassicurazioni dai segnali del mio corpo. La sciatica è quasi silente, il fiato c’è… Lascio scorrere la strada. A Villa Guastalla arriva il classico acciacco del principiante: fitte alle ginocchia da stanchezza! Mi vien da ridere per non piangere. Anche la sciatica sembra rinvenire! Stringo i denti e  a ritmo  ben più lento del previsto, soffro gli ultimi 7 km pensando solo allo striscione di arrivo. Striscione che si materializza all’improvviso: lo scorgo e, in contemporanea odo non “augelli far festa” di leopardiana memoria, ma più prosaicamente l’urlo del mio maestro:

“Dai caro, che te si in ritardo”. Mi ha dato 8 minuti, il vecchiaccio inossidabile!!!

Provatissimo ma felice, concludo la gara di rientro con pensieri non positivi per il futuro. Pensieri che svaniscono davanti a pastasciutta  scaloppe e birretta offerte dagli organizzatori.

Assisto poi al meritato premio del mio maestro, clasificatosi 1° di categoria, alla faccia dei suoi 66 (quasi). Con le gambe legnose e doloranti mi avvio alla macchina ripensando alla gara e dicendomi che dopotutto non è andata male. Sono bravissimo ad autoassolvermi. E’ però vero che di più non avrei potuto fare e inizio a pensare a quale potrebbe essere la prossima 42 da affrontare…

E la sorpresa finale? Eccola: arrivo alla macchina e mi accorgo che è stata aperta e richiusa da qualcuno che ha sottratto 20 € lasciandomi per fortuna la patente, il cellulare e tutto il resto.

Ho ricostruito ciò che probabilmente è accaduto: avevo lasciato le chiavi al deposito comune. Chi mi ha fatto lo scherzetto mi ha seguito, ha individuato chiavi e auto, avendo poi il tempo di lavorare con comodo rimettendo le chiavi nel mucchio a …servizio avvenuto. A posteriori ho ricostruito anche la sparizione, il 1° Maggio a Pastrengo, di ben 10 € dalla tasca della tuta, con lo stesso metodo! Occhio dunque a lasciare le chiavi al deposito. Io non lo farò più di certo.

A parte questo, giornata da incorniciare anche dal punto di vista organizzativo. Superlativi i ristori, non perché sontuosi, ma perché sempre forniti di tutto il necessario, puntuali e abbondanti gli spugnaggi, graditissimi data la laggera afa, ben presidiato il percorso nei punti critici. Solo all’interno del paese, al 41°, sarebbe servita qualche persona in più per indicare il percorso agli stanchi e non più attentissimi atleti. Cose da poco. Per il resto, come sempre a Sommacampagna, TUTTO BENE.. e non succede spesso, vero?

Un caro saluto a tutti.

 

Alessandro Grando.
Verona.