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In attesa di quel giorno... quanta neve!

Casella sabato 4 aprile 2009. La mattinata si presenta tipicamente primaverile. La ventilazione praticamente nulla, fa fresco ma sono le 7. 30. Ad est s'intravede il sole, spuntare dietro i monti. Più in la, nel corso della mattinata irradierà il suo piacevole tepore. L' allenamento è in preparazione all' ultra trail della prima settimana di giugno, che dal Piemonte ci porterà (l'auspicio…almeno è quello!) in terra Francese, 115 km! Dalle alpi al mare.

 

Mancano due mesi ed è ora d'iniziare a pensarci seriamente. A dire il vero la prima "pietra" l'abbiamo idealmente posta con la Placentia Marathon del primo marzo scorso, la seconda una settimana fa, con un "giretto" di 3 ore e mezza, su e giù per i dislivelli boschivi che il paese offre.

Costa dei fontanini, Santuario della Vittoria, fino ai mille della vetta del monte Maggio e ritorno. A malincuore!?! dobbiamo rinunciare ad un po' di "velocità" per allenare il "lunghissimooo"!
Visto le condizioni meteo a noi favorevoli ci viene naturale "buttarsi" sull'Alta Via ligure, quella per capirsi della Rigantoca.

Inoltre è da li che due anni or sono "nasce" la passione per questa disciplina che se da una parte "chiede" molto, dall'altra instancabile sa "restituire".
Rigantoca da quest'anno "restaurata", immagino con la versione integrale competitiva (43 km) diverrà a tutti gli effetti un ultra trail, richiamando i tanti specialisti del settore. I quali resteranno per un attimo immobili, di fronte alla varietà e bellezza della stessa.

All'imbocco del sentiero di Avosso incontriamo tre escursionisti, con la tipica e simpatica cadenza genoves,e riveliamo vincedevolmente i nostri itinerari.
-Se vimmu…- e via.

Diversamente dalle due edizioni della corsa, che dal Righi porta fino a Caprile, alle quali abbiamo partecipato, pardon dimenticavo c'è Igor insieme a me.
Grazie al carattere light dell' allenamento vuoi per la natura della stagione, forse e più per le ottime condizioni meteo tutto è meravigliosamente inedito.
L'idea è quella di passare dalle tre ore e mezza di sabato scorso, almeno alle 5 orette, seguendo una sorta di "tabella" crescente. Così senza dare mente agli orologi si va su. Il tempo passa tra dialoghi su come sarà, su come faremo, se ce la faremo, se… In mezzo a muschi, primule, buca neve viola, campanelline bianche, alberi falciati dalla galaverna, foglie e poco fango. Acqua ovunque limpidissima.

Salendo e voltandosi alle nostre spalle, nei tratti scoperti, panorami…i monti tutti ordinati sembrano "pettinati". Il bacino del Brugneto possente come non mai.

Lontano giù verso valle, il concerto messo in opera da motoseghe e trattori, con gli uccellini a far da eco. Superiamo diverse frazioncine abitate e non, qualche saluto assonnato di coloro che per scelta o… hanno deciso di tenere "viva" la Valbrevenna. La fatica proprio non si sente, eppure solo una settimana fa e, dopo poco chilometri le mie gambe "urlavano vendetta", possibile mi domando che in una settimana tutto è diverso?

All'incirca verso le 11 incontriamo la neve! Abbiamo passato i mille, sorridiamo e godiamo di questo incontro. Salendo, nei passaggi a nord la neve aumenta arrivando poco a poca da simpatica a quanto meno rischiosa. Ora ci ostruisce la via tanta è, che in alcuni tratti copre anche i due quadratini, i "segni" gialli. In un tratto di discesa "sciamo" e neanche a dirlo mi imbelino diverse volte in uno di questi ruzzoloni perdo una borraccia, mi duole non per… Perché è plastica e penso in chissà quanti anni si smaltirà, se si smaltirà.

La neve ora è veramente tanta, meno male non si sprofonda, se ce ne così tanta qua chissà al Cromagon! Passiamo il nuovo rifugio dell' Antola è aperto, ci conforta perché se servisse… Ancora una salita quasi a carponi ed ecco il vecchio rifugio dietro la cima con la sua bella croce 1600 metri. Guardiamo l'ora, circa mezzogiorno, per l'una non possiamo essere a pranzo come immaginavamo.

-Pronto sono sull'Antola non vengo a pranzo, tutto bene ci vediamo più tardi- Questo è il senso delle telefonate alle nostre donne!

Proviamo a scendere per il sentiero che porta a Piancassine, ma la neve non ci permette di seguirlo, allora prendiamo quello che porta sapremo poco dopo a Crocefieschi o a Tonno. C'è neve anche qui ma diversamente dal precedente è meno ripido e più agevole. Scendendo di quota la neve svanisce lasciando il posto al sentiero ripido e viscido, sempre da correre con molta attenzione. Abbiamo il tempo di scorgere nel bosco un "bambi", magari scattassimo come lui.

Tonno paese significa asfalto, da li torniamo felici come una pasqua a Casella. La pioggia ci ha accompagnato lieve e delicata negli ultimi remuneranti chilometri.

Sono le 15. 30.
Otto ore che non scorderemo mai.
La terza "pietra" in realtà è un MACIGNO!

Di Gilberto Costa Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.